Siamo un fenomeno del tutto nuovo sotto il sole, con un potenziale non ancora ben definito e forse illimitato.
Vilayanur S. Ramachandran
Cos’è il potenziale e “dove” è?
In ognuno di noi c’è una zona inesplorata, che custodisce delle possibilità, e che non abbiamo ancora incontrato.
Il potenziale è un vuoto creativo, è ciò che saremmo in grado di fare, ma ancora non riusciamo a concepire. Nominarlo o disegnarne una mappa vuol dire riempirlo, delimitarlo, renderlo altro da ciò che è.
Il nostro potenziale non è una cosa, ma un processo in cui agiamo in prima persona e che modifica ciò che siamo. Non è possibile stabilire dove inizia, meno ancora dove finisce!
Il nostro potenziale è “nostro”? No, è una possibilità che ha bisogno del nutrimento che arriva dal mondo, dalle relazioni, dalle conoscenze disponibili, dalle persone che incontriamo. Senza inter-relazione non potremmo parlare di potenziale.
Il nostro potenziale è nello spazio in cui siamo in relazione con noi stessi e con gli altri, è fra una parola e un’altra, fra i pensieri, gli sguardi, i gesti. E’ un processo in divenire, inafferrabile nella sua interezza, che nel momento in cui si manifesta appartiene alla realtà.
Il nostro potenziale è lo spazio della creatività e dell’imprevedibilità, un serbatoio inesauribile, che si rigenera nutrendosi di se stesso.
Per esprimerlo abbiamo bisogno di stare nel mondo e di metterci in gioco.
Quando hai l’impressione di non possedere talenti o capacità specifiche forse è perché li hai cercati nel luogo sbagliato.
Una risposta a “Il potenziale che è in te”