Parlare di “essere corpo” è parlare dell’esistenza di ognuno.
I vissuti personali, l’essere nel mondo, le relazioni, i pensieri, l’essere coscienti di chi siamo esistono come corpo. Ogni esperienza della vita è incarnata.
Il nostro corpo è inseparabile dal mondo.
“Ogni mio atto rivela che la mia presenza è corporea e che il corpo è la modalità del mio apparire. Questo organismo, questa realtà carnale, i tratti di questo viso, il senso di queste parole portate da questa voce non sono le espressioni esteriori di un Io trascendentale e nascosto, ma sono quell’Io, così come il mio volto non è un’immagine di me, ma è me stesso”
Umberto Galimberti “Il corpo”
Essere corpo è essere in relazione: col mondo, con altri esseri umani, con altri esseri viventi, con ciò che non è dotato di vita, con ciò che scegliamo di percepire, perchè i nostri sensi selezionano gli stimoli esterni in modo da scartarne la gran parte. Il corpo è interconnesso con l’ambiente dal quale trae nutrimento e nel quale opera trasformazioni, a cominciare dalla respirazione, il primo atto che attivamente agiamo nel mondo. Ad ogni respiro il “fuori” entra “dentro” e ciò che è “dentro” va a far parte del “fuori” in uno scambio continuo, fino all’ultimo dei nostri respiri.
Essere corpo è essere in movimento. Dalla singola cellula, all’interazione fra neuroni, organi, apparati, alla dinamica di muscoli e articolazioni, allo scambio metabolico dovuto alla respirazione, tutto in noi è movimento. Ogni esperienza, relazione, pensiero, emozione è nel corpo e innesca micro o macro movimenti.
Essere corpo è essere azione. La relazione è azione, è scelta, è collocarsi in una posizione rispetto all’altro, è esserci con l’altro, coinvolgersi e conoscersi.
“…noi siamo le nostre azioni, perché tra il nostro essere e il nostro agire non c’è un intervallo, ma da sempre noi siamo “già in situazione”, dove anche l’inerzia è un tipo d’azione”
Umberto Galimberti