Bambini ad Alto Potenziale Cognitivo: emozioni intense e una giovane vita

I bambini ad Alto Potenziale Cognitivo sperimentano le proprie emozioni con un’intensità propria di chi è ipersensibile. Non è una loro esclusiva, ma ancora una volta dobbiamo cercare il significato del vivere con intensità le emozioni insieme ad una elevata capacità di ragionare sul mondo e i suoi eventi.

Ci sono momenti in cui il bambino usa il corpo per esprimere, sfogare, scaricare un’emozione troppo forte e momenti in cui l’emozione trova alloggio nella sua interiorità. Ci sono bambini che gestiscono meglio ciò che sentono e altri che hanno bisogno di essere accompagnati. Ci sono bambini più corporei e altri più mentali.

Ho incontrato una maestra che aveva in classe un bambino APC che si era innamorato di una compagna. Non era una simpatia, lui la amava. La maestra ne era convinta, lo vedeva, sentiva e comprendeva cosa provava il bambino. Esprimere amore ad una coetanea quando hai 8 anni può risultare strano e inappropriato. È accaduto che la bambina e sua mamma si sono preoccupate delle tenere attenzioni che il bambino aveva e hanno chiesto alla maestra di intervenire. Lei gli ha parlato, spiegandogli che non doveva più mostrare ciò che provava e lui l’ha fatto. Ciò dimostra che il bambino non era disturbato, né incapace di modulare i propri comportamenti, semplicemente era spontaneo nell’esprimere i propri sentimenti.

Ho conosciuto un bambino che negli ultimi due mesi di scuola materna ha vissuto una profonda angoscia, perché sapeva che quel mondo, quell’esperienza stavano finendo. Quando parlava di ciò che sentiva diceva che gli dispiaceva lasciare la scuola, le maestre, i compagni e che gli sarebbero “mancati troppo”. Per questa ragione fuggì dalla recita di fine anno rifiutando di cantare e recitare coi compagni: partecipare era ammettere che era arrivata la fine. Da inizio maggio a fine giugno ha sofferto e la consapevolezza del tempo è stato uno degli elementi che aumentavano la sua angoscia.

Si può amare a 8 anni? Si può soffrire d’angoscia a 5?

Il problema non è rispondere si, ma pensare a come sostenere bambini che ancora non hanno vissuto abbastanza per trovare in sé le risorse per affrontare delle emozioni così intense.

Cosa può fare l’adulto?

Non negare e credere a ciò che il bambino prova.

Non sminuire o dire “tanto passa”.

Non farsi trascinare nell’emozione del bambino, ma guidarlo.

Dare voce a quelle emozioni, aiutandolo così non solo a dire agli altri, ma a dire a se stesso cosa gli sta capitando. Costruire il linguaggio è fondamentale per sostenere le esperienze. La mancanza di parole aumenta l’ansia, non permette di padroneggiare ciò che è solo una sensazione.

Usare libri, storie, film per aiutare il bambino a specchiare le proprie esperienze in quelle di altri e trovare soluzioni.

Accettare i momenti di regressione. In preda a emozioni così forti il bambino può cercare rifugio in comportamenti che appaiono come una regressione: coccole, giochi che non usava più, cartoni animati da piccoli, presentarsi a letto dai genitori….

Proporre attività piacevoli che possano costruire nuove esperienze positive.

Esserci. Sembra scontato, ma in certi passaggi la presenza va rinnovata. Il bambino deve sentire che al suo fianco c’è qualcuno che lo capisce, dal quale può cercare consolazione.

Chiedere aiuto se la situazione diventa ingestibile.

L’adulto, a differenza del bambino, sa che tutto passa, che arrivano nuove esperienze. Questa certezza deve accompagnarlo, mentre guida il bambino.

E il tuo bambino quali momenti ha vissuto con questa intensità? Come li avete affrontati?

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