Siamo tutti costruttori della nostra realtà. Come questa realtà viene costruita dipende da fattori personali e ambientali, dai ruoli sociali che verranno proposti e come saranno accolti, rifiutati o ridisegnati.
Ci sono persone che aderiscono facilmente a modelli sociali e familiari conosciuti e ri-conosciuti. Queste persone si rispecchiano nella realtà che le circonda e nelle altre persone, che come loro sentono come proprio il mondo così come lo conoscono. Per queste persone il passaggio da IO a NOI è fluido.
Altre persone sentono che i modelli conosciuti e ri-conosciuti stridono col proprio modo di essere, con ciò che sentono essere “Io”. Riescono a vedersi in parti della società che le circonda, in alcuni aspetti delle altre persone, ma faticano a trovare uno “specchio” nel quale ri-conoscersi. Il processo di identificazione con l’altro rimane incompleto, i confini psicologici poco definiti, come frammentati e si possono sentire strane e diverse.
La persona APC è fra queste.
Che siano relazioni con persone o sollecitazioni sensoriali, il modo di essere della persona APC porta con sé una permeabilità agli stimoli esterni. I confini mentali non aderiscono alla “pelle della persona”, ma vanno oltre, offrono spazi dove lasciar entrare e dare forma a possibilità, spazi che amplificano ciò che viene percepito, ma anche ciò che viene prodotto.
I confini della persona vengono tracciati attraverso i processi di rispecchiamento e socializzazione: io sono come te, io sono come voi. La realtà è quella che viene condivisa e riconosciuta come tale.
Quando “Tu” e “Voi” sono troppo distanti dal modo di essere di “Io”, il processo rimane aperto, sospeso, in attesa di completarsi. La persona non trova pace, nascono dubbi su di sé.
La persona APC avvicina gli altri e si scontra con differenze, alle volte rifiuti. Alle volte è lei per prima che prende le distanze non trovando punti di contatto. Non sa come mai non combacia con gli altri. Si può rendere conto che dipende dal suo modo di essere, ma non capisce come mai è come è. Va costruendo la sua realtà in parte da sola.
Come chiunque la persona APC desidera capirsi, trovare se stessa, essere ri-conosciuta, incontrare altri simili a Sé. Ci sono solo io fatto così? Se ce ne sono altri, dove sono?
La persona APC desidera relazioni con qualcuno che condivida la sua stessa realtà, lo stesso linguaggio, gli stessi interessi e, soprattutto, lo stesso modo di perseguirli.
Conoscere altri come sé definisce i propri confini.
Io sono come te, tu sei come me.
Essere ri-conosciuti dagli altri (anche dalle persone non APC) per il proprio modo di essere stabilisce ciò che accomuna e ciò che differenzia, quindi definisce i propri confini.
So come sei, ti vedo.
Il cerchio si chiude, i frammenti si uniscono. La persona non è più isolata e sola.
Tanto più i propri confini sono chiari alla persona APC, tanto più sarà in grado di gestire la loro innata permeabilità, di contenere il suo sentire amplificato e di direzionare il suo potenziale diventando protagonista della propria esistenza.
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